39. Il Messaggio (1)

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Gatheka Religioso
di Hazrat Inayat Khan

C’è una frase nella Bibbia che dice: “Bussa e ti sarà aperto”. Il Messaggio di Dio è una risposta al grido dell’umanità. Ora, quanto allo strumento del Messaggio, in realtà l’intero universo è uno strumento, ed ogni cosa ed ogni essere vivente è uno strumento; qualsiasi strumento Egli scelga dà il Suo Messaggio. Lo si osserva nella propria vita, e soprattutto a volte quando si è demoralizzati, depressi e tristi, e arriva una risposta alla difficoltà di quella situazione. Può arrivare da un amico, da un fratello, dai genitori, dall’amato, persino dal proprio nemico si può ottenere ciò che è necessario in quel momento.

Ma potreste chiedere: “Perché un messaggio dovrebbe arrivare nella vita di una persona in un momento di dolore o dopo una grande sofferenza? Perché questo messaggio non dovrebbe venire ogni giorno a guidarci?”. Le ragioni sono due: una è che c’è costantemente una guida che viene dall’alto, ma l’uomo, completamente assorbito nelle attività della sua vita, non apre il suo cuore per ascoltare quel messaggio e vedere da dove viene. L’altra ragione è che più profonda è la sofferenza più alta si leva la voce del cuore, fino a raggiungere il trono di Dio e quando una persona è precipitata nella sofferenza e nel dolore più profondi questo è il momento in cui la risposta arriva.

La questione riguardante che cosa sia il dolore si potrebbe spiegare in questo modo: il dolore è un aspetto che riempie molto la vita ed è questa la ragione per cui, per quanto l’uomo abbia paura del dolore, tuttavia gode sempre molto delle piccole seccature: preferisce la tragedia della sua vita o anche la tragedia, recitata in teatro, piuttosto che una commedia.

In parole semplici, il vero essere dell’uomo è il suo cuore e nel dolore il suo cuore diventa vivo mentre senza dolore l’uomo sembra vivo in superficie. Vedete spesso nella vita che le persone che hanno un comportamento e un carattere insopportabili, dopo aver attraversato il tormento del dolore nella vita, sviluppano in sé un carattere più delicato. Il dolore ammorbidisce le qualità della loro personalità, proprio come le verdure crude sono ammorbidite dopo la cottura. Ci sono anche personalità che nel linguaggio Orientale sono descritte come il sandalo e l’incenso. Quando il sandalo o l’incenso sono sul fuoco, il loro profumo si innalza e ci sono personalità nel mondo le cui buone qualità e meriti sono nascosti, proprio come il profumo è nascosto nell’incenso e nel sandalo, e si esternano nel tormento della sofferenza.

C’è una storia della grande tradizione Indiana chiamata Ramayana in cui i due figli del Signore degli Indù Rama che avevano abitato nelle foreste e sulle montagne, si recarono, accompagnati dalla loro madre, in una città dove si stabilirono, e il figlio più giovane andò a vedere la città da solo. Mentre il ragazzo girava per la città, vide uno splendido cavallo che poteva correre liberamente per il paese. Egli rimase così affascinato alla vista del cavallo che chiese alla gente di chi fosse. Gli dissero: “Nel nostro paese c’è l’usanza che quando lo stato ha bisogno di un re si lascia che un cavallo corra per la città e il primo che cattura il cavallo diventa il re della città”. Il ragazzo rincorse il cavallo per tutto il giorno e spesso aveva creduto di averlo catturato. Ma non appena si avvicinava il cavallo gli sfuggiva dalle mani. Molte volte credette di essere sul punto di catturarlo, ma il cavallo gli sfuggiva sempre e infine sopraggiunse il tramonto. Sua madre era in ansia perché stava arrivando sera e chiese al fratello maggiore di andare in città per scoprire dove fosse andato suo fratello che mancava da tutto il giorno. Quando il fratello maggiore arrivò, vide il ragazzo che correva dietro al cavallo, per tutto il giorno gli aveva corso dietro. Gli chiese: “Cosa stai facendo?”. Il fratello rispose: “ Non tornerò a casa finché non avrò catturato quel cavallo”. Il fratello maggiore disse: “ Per questo bastava un attimo e tu ci hai messo tutta la giornata. Invece di correre dietro al cavallo, dovresti andargli incontro”. Gli spiegò come fare e in un attimo il fratello catturò il cavallo. Entrambi i fratelli vennero condotti davanti al padre dopo aver ricevuto questo grande onore e il padre era fiero di vedere che entrambi avevano ottenuto la vittoria.

Nella rappresentazione di questa storia il padre è Dio e il cavallo è la vita in questo mondo. Il fratello più giovane è colui che cerca o si impegna per ottenere la vittoria su questa vita nel mondo in continuo mutamento. Il fratello maggiore è colui che ha già avuto questa esperienza. Quindi arriva e dice all’altro fratello: “ Non è questo il modo, fai così”. Tutto ciò che l’uomo ha sempre imparato lo ha sempre imparato da un fratello maggiore.

Se si è appassionati d’arte o si ama la scienza o si desidera imparare una lingua o qualunque altra cosa nel mondo, si ha successo soltanto se ci possiamo rivolgere ad un amico che conosce queste cose e gli chiediamo qual è la sua esperienza: e quello che non si è imparato in molti anni lo si impara in un attimo. Noi tutti nel mondo ci comportiamo a volte come fratelli minori e a volte come fratelli maggiori. Riguardo alle cose che non conosciamo e alle cose che desideriamo conoscere ci comportiamo da fratello minore, invece riguardo alle cose che conosciamo e mostriamo agli altri ci comportiamo da fratelli maggiori. Ciascuno di noi ha dentro di sé il fratello maggiore e quello minore: la superiorità appartiene solo al padre, la cui fierezza e soddisfazione è che il fratello maggiore e il fratello minore siano entrambi vittoriosi.

Come tra noi il numero delle persone anziane e molto anziane è scarso, così anche il numero dei fratelli maggiori è molto raro in tutti gli aspetti della vita. In alcune anime c’è una capacità, uno spirito innato da fratello maggiore, proprio come in una ragazza che non ha nessuna esperienza della vita sembra esistere uno spirito materno. Sembra che in tutti i diversi aspetti della vita e in tutte le diverse creature esista questo spirito da fratello maggiore.

Anche tra gli uccelli e gli animali si può vedere che uno guida il gruppo e un altro segue. Se va verso Nord gli altri lo seguono e vanno a Nord; se va verso Sud, gli altri lo seguono e vanno a Sud. Nello stesso tempo, anche nella creazione più bassa questa tendenza ad essere fratello maggiore non è priva di forza e di saggezza. In uno stormo di uccelli quello che guida sa quando verrà un temporale o un cambiamento del tempo, o quando ci sarà abbondanza di cibo. Un esempio molto interessante riguarda alcuni elefanti che camminano insieme nella foresta: tra loro c’è un elefante che prende la guida del gruppo e questo elefante tiene con la proboscide il tronco di un albero come se fosse un bastone e cammina esaminando il terreno per controllare se c’è una buca o un pericolo e se questo accade da’ un segnale e tutti gli altri elefanti scappano. Questa tendenza nell’umanità è molto pronunciata e adempie il grandissimo scopo della vita umana.

C’è un uomo che è consapevole solo del suo dolore e del suo piacere, per il quale la sua casa è la sola preoccupazione. C’è un altro uomo che sente una responsabilità non soltanto per se stesso ma anche per i suoi figli, per la sua famiglia, forse anche per i suoi amici, per i suoi vicini. E c’è un uomo che la sente anche per tutti quelli che vivono nel suo piccolo villaggio o città. Quando sono addolorati anche lui si addolora, quando sono felici è felice;considera i bambini del villaggio come fossero i suoi figli, e gli sembra di condividere la vita con il suo villaggio. Poi ci sono anime che sono consapevoli della loro nazione, e non c’è che nulla che non sacrificherebbero per la loro gente. Ci sono altri che sono consapevoli della loro razza. Ci sono altre anime, benedette da Dio, che sono consapevoli della felicità, della pace dell’intera umanità; l’unica felicità per loro può essere il benessere generale. Questa espansione deve venire naturalmente, e l’uomo ne deve fare esperienza naturalmente. Se ha la presunzione di essere così espanso, non può dimostrarlo quando viene il momento della prova. Per esempio, l’umanità ha sempre riconosciuto con gratitudine che Gesù Cristo è stato messo alla prova per tutta la sua vita fino all’ultima ora; in altre parole, diede la sua vita allo scopo di dare vita a di continuare a dare vita all’umanità. Chiunque in questo mondo abbia avuto questa consapevolezza, questo amore per l’umanità, e sia stato scelto da Dio come strumento per il Suo amore e la Sua luce, è stato messo alla prova fino all’ultimo istante della sua vita. E quindi nessuno può falsamente affermare di portare il Messaggio.


Riflessioni quotidiane sui seguenti punti del Gatheka 39

Primo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “Lo si osserva nella propria vita, e soprattutto a volte quando si è demoralizzati, depressi e tristi, e arriva una risposta alla difficoltà di quella situazione. Può arrivare da un amico, da un fratello, dai genitori, dall’amato, persino dal proprio nemico si può ottenere ciò che è necessario in quel momento”.
Contemplazione: quanto sono consapevole di ricevere una risposta in tutte le difficoltà della vita? Quanto sono consapevole delle benedizioni che giungono in tutte le difficoltà della vita? Dalla preghiera Khatum: “Apri il nostro cuore affinché possiamo udire la Tua voce, che costantemente giunge dall’interiorità”.

Secondo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “…più profonda è la sofferenza più alta si leva la voce del cuore, fino a raggiungere il trono di Dio e quando una persona è precipitata nella sofferenza e nel dolore più profondi questo è il momento in cui la risposta arriva”.
Contemplazione: Dalla preghiera Saum: Prendici nelle Tue Braccia Paterne, sollevaci dalla densità della terra”.

Terzo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “In parole semplici, il vero essere dell’uomo è il suo cuore e nel dolore il suo cuore diventa vivo mentre senza dolore l’uomo sembra vivo in superficie. Vedete spesso nella vita che le persone che hanno un comportamento e un carattere insopportabili, dopo aver attraversato il tormento del dolore nella vita, sviluppano in sé un carattere più delicato. Il dolore ammorbidisce le qualità della loro personalità, proprio come le verdure crude sono ammorbidite dopo la cottura”.
Contemplazione: Posso rievocare le volte in cui sono stato trasformato e ammorbidito da un’esperienza dolorosa della vita? Potrei ricordare e rievocare questa lezione in futuro mentre vivo delle esperienze dolorose.

Quarto punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “Ci sono altre anime, benedette da Dio, che sono consapevoli della felicità, della pace dell’intera umanità; l’unica felicità per loro può essere il benessere generale -- Chiunque in questo mondo abbia avuto questa consapevolezza, questo amore per l’umanità, e sia stato scelto da Dio come strumento per il Suo amore e la Sua luce, è stato messo alla prova fino all’ultimo istante della sua vita. E quindi nessuno può falsamente affermare di portare il Messaggio”.
Contemplazione: dalla preghiera Salat: “Tu giungi sulla terra con un Messaggio, come una colomba dall’alto quando declina il Dharma e proferisci la Parola che è posta nella Tua bocca, come la luce colma la luna crescente. Che la Stella della Luce Divina splendente nel Tuo cuore sia riflessa nel cuore dei Tuoi devoti”.