42. L'Ideale di Dio (1)

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Gatheka Religioso
di Hazrat Inayat Khan

La domanda sull’esistenza di Dio nasce in ogni mente, sia nella mente del credente in Dio che nella mente del non credente. E ci sono momenti in cui il più grande credente in Dio si interroga sulla Sua esistenza, si chiede se veramente ci sia un Dio. In un secondo momento, giudica sacrilego avere una simile idea; e cerca di sbarazzarsene. Ma spesso questo interrogativo sorge nel cuore del non credente; si chiede se è proprio vero, se una cosa come Dio esiste. L’idea di Dio è innata nell’uomo. L’Ideale di Dio è il fiore della specie umana; e questo fiore sboccia nella realizzazione di Dio.

Come ogni cosa nel mondo oggettivo ha una sua tendenza ad elevarsi verso l’alto, così la tendenza dell’anima la si può vedere nell’aspirazione umana, che si libra sempre verso l’alto, qualunque sia la sfera della consapevolezza di un uomo. Le aspirazioni dell’uomo che è consapevole soltanto della vita materiale, arrivano fin dove possono arrivare nei guadagni materiali. E tuttavia, va sempre più verso l’alto e rimane scontento di tutto ciò che ha ottenuto durante la vita, a causa dell’immensità della vita in ogni sua fase. Questo intenso desiderio di ottenere quello che è irraggiungibile da’ una bramosia di arrivare alle massime altezze della vita. E’ nella natura dell’anima avere un costante desiderio di arrivare ad altezze che sono oltre la sua possibilità; è un desiderio dell’’anima vedere qualcosa che non è mai stato visto; è un costante desiderio dell’anima conoscere qualcosa che non ha mai conosciuto. Ma la cosa più meravigliosa è che l’anima sa già che c’è qualcosa oltre questo velo, il velo della perplessità; che c’è qualcosa da cercare nelle sfere più alte della vita; che c’è una qualche bellezza da vedere; che c’è qualcuno da conoscere che è inconoscibile. Questo desiderio, questa bramosia non è acquisita. Questo desiderio è una confusa conoscenza dell’anima che l’anima ha in sé stessa.

Quindi non credere nell’Ideale di Dio non è altro che una condizione causata dai vapori che si levano dalla vita materiale di illusione che coprono come nubi la luce dell’anima, che è la sua vita. Ed è per questo che il non credente non è soddisfatto del suo non credere. Si, a volte la sua vanità se ne nutre, pensa che è saggio non credere in qualcuno nella cui esistenza credono innumerevoli esseri ciechi. Perciò comincia a pensare: dopo tutto credere in Dio non è una cosa difficile, qualunque sempliciotto può credere nell’Ideale di Dio. Quindi prende la direzione opposta, quella di rifiutarsi di credere. Non è onesto, ma tuttavia è come qualcuno che sta davanti a un muro che intralcia la strada del suo progredire.

Se questo mondo offrisse a una persona tutto ciò che possiede, persino allora l’anima non sarebbe soddisfatta perché la sua soddisfazione è nella sua aspirazione più alta. Ed è questa aspirazione più alta che porta a Dio. Alla domanda: “ L’uomo ha un’aspirazione perché è nella sua natura, ma alla fine del viaggio potrebbe anche non trovare nulla?”, si potrebbe rispondere: non c’è nessuna domanda che non abbia una risposta, e non c’è desiderio che abbia come obbiettivo un insuccesso. C’è un appetito e c’è del cibo; c’è la sete e c’è l’acqua; c’è la vista e c’è qualcosa da vedere.

Così c’è un’aspirazione e c’è Dio. L’uomo non conosce quello che non esiste. Non c’è una cosa che si conosca e che non esista. Perché non si può conoscere quello che non esiste; qualcosa prima deve esistere perché si possa conoscerla.

Ma si pone una domanda: nessuno conosce Dio, crede soltanto in un’idea? E la risposta è: che cos’è l’ ldea? L’idea è quello da cui tutto nasce. Scienza, arte, musica, poesia, religione, nazione, nascono tutte da un’idea. Se un’idea è l’origine da cui proviene tutto, allora perché l’idea è una cosa insignificante, e perché Dio, Che è l’Origine e la Meta finale di ogni cosa non viene riconosciuto in un’idea?

La ricerca di Dio è una naturale conseguenza della maturità dell’anima. C’è un momento nella vita in cui nell’anima si risveglia una passione, che fa desiderare intensamente all’anima l’irraggiungibile. E se l’anima non prende quella direzione, allora certamente perde qualcosa nella vita che è un suo innato desiderio e in cui si trova la sua soddisfazione ultima.


Riflessioni quotidiane sui seguenti punti del Gatheka Religioso 42

Primo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: "La domanda sull’esistenza di Dio nasce in ogni mente, sia nella mente del credente in Dio che nella mente del non credente."
Contemplazione: rifletti sulla logica della mente rispetto al “conoscere” dell’anima.

Secondo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: "non credere nell’Ideale di Dio non è altro che una condizione causata dai vapori che si levano dalla vita materiale di illusione che coprono come nubi la luce dell’anima, che è la sua vita."
Contemplazione: dalla Preghiera Khatum: “rivelaci la Tua Luce Divina, che è nascosta nella nostra (mia) anima."

Terzo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: "La ricerca di Dio è una naturale conseguenza della maturità dell’anima. C’è un momento nella vita in cui nell’anima si risveglia una passione, che fa desiderare intensamente all’anima l’irraggiungibile. E se l’anima non prende quella direzione, allora certamente perde qualcosa nella vita che è un suo innato desiderio e in cui si trova la sua soddisfazione ultima."
Contemplazione: dalla Preghiera Salat: "Attiraci (mi) sempre più vicino a te in ogni istante della nostra (mia) vita, finchè in noi (me) si riflettano la Tua Grazia; la Tua Gloria, la Tua Saggezza, la Tua Gioia, e la Tua Pace."