44. L'Ideale di Dio (3)

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Gatheka Religioso
di Hazrat Inayat Khan

L’idea di molte divinità è venuta da due fonti. Una era l’idea dei saggi di dare una forma ad ogni tipo di potere e qualità dando ad ognuno il nome di una certa divinità.

Questo lo si faceva per dare alla mente comune l’idea molto importante che Dio è in tutte le cose e che Dio è onnipotente. In seguito molti fraintesero questa concezione e la saggezza insita in essa fu oscurata. Quindi molti saggi combatterono contro l’idea di altri saggi. Tuttavia non lottarono con l’idea ma con il modo di concepirla. Ma attualmente in Europa, dove pure non esiste l’idea di molte divinità, molte persone hanno perso la loro fede dopo la guerra recente, dicendo: “ Se Dio è bontà, giustizia, potere, perché una cosa così orribile come la guerra è potuta accadere?”. Se le stesse persone fossero state abituate a osservare tra le numerose divinità, come gli Indù che hanno venerato per generazioni Kali, la dea della guerra, non sarebbe stata una novità per loro riconoscere che se tutto è Dio, non soltanto la pace ma anche la guerra viene da Dio.

In tutte le epoche i mistici hanno attribuito a Dio molti Nomi. Le scuole esoteriche Sufi hanno avuto i loro nomi di Dio, con una loro qualità e un loro segreto; e li hanno utilizzati in molte meditazioni nel cammino verso la realizzazione spirituale. Quindi i Sufi non hanno molte divinità ma molti Nomi di Dio, e ciascuno esprime una certa attitudine. Supponiamo che i nomi usati dai Sufi non fossero i nomi di Dio, se avessero mantenuto la concentrazione del pensiero soltanto su parole come: grazia, compassione, pazienza, sarebbe stato un merito non una persona. Il merito non è creativo, il merito è soltanto qualcosa che si possiede. Quindi non sono importanti gli attributi, l’importante è il possessore degli attributi. Perciò, invece di pensare al successo, il Sufi si rivolge al Dio del successo. Per lui il Dio del Successo non è un Dio diverso, c’è soltanto un unico Dio. Ma è solo invocando quel Nome di Dio che esprime il successo che unisce la sua anima allo Spirito perfetto del Successo.

L’altra fonte da cui è derivata l’idea di molte divinità è quella dei profondi pensatori e filosofi, che hanno visto Dio in ogni anima e ogni anima crearsi un proprio Dio in base al proprio livello evolutivo. Infatti gli Indù dicono. “Ci sono tanti dei quante melodie nella musica”. In altre parole, ci sono numerose immaginazioni e innumerevoli dei. Se l’idea è stata insegnata alla gente è stato per spezzare l’ignoranza di alcune persone che hanno creato un Dio confinato in cielo e mantenuto la terra libera dalla Sua divina presenza. Aspettavano l’arrivo della morte, quando sarebbero stati portati alla presenza di Dio che stava seduto sul suo trono di giustizia nell’aldilà. Con questa idea di molti dei cercavano di mostrare alla gente che Dio è in ogni anima, perciò quante sono le anime tanti sono gli dei; alcuni superiori, altri no, alcuni ancora più avanzati e tuttavia tutti dei. Se c’è una lotta, è un conflitto tra gli dei, se c’è armonia, è un’amicizia tra gli dei. In tal modo volevano che l’uomo realizzasse la verità essenziale che Dio è tutto. Senza dubbio chi non capisce non capirà mai.

Questa idea causò anche corruzione, e rese le persone che credono in molti dei interessate alle leggende del passato che narravano di guerre e battaglie avvenute tra gli dei. Quindi i saggi dovettero ancora venire in loro aiuto e insegnare loro di nuovo l’unico Dio affinché con questo insegnamento potessero ancora arrivare alla realizzazione dell’unicità della vita, che si realizza al meglio nel Dio-Ideale.


Riflessioni quotidiane sui seguenti punti del Gatheka Religioso 44

Primo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “L’idea di molte divinità è venuta da due fonti. Una era l’idea dei saggi di dare una forma ad ogni tipo di potere e qualità dando ad ognuno il nome di una certa divinità. L’altra fonte da cui è derivata l’idea di molte divinità è quella dei profondi pensatori e filosofi, che hanno visto Dio in ogni anima e ogni anima crearsi un proprio Dio in base al proprio livello evolutivo.”
Contemplazione: “Concedi a noi (a me) di riconoscerTi in tutti i Tuoi Santi Nomi e Forme” (dalla preghiera Salat)

Secondo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “Questo lo si faceva per dare alla mente comune l’idea molto importante che Dio è in tutte le cose e che Dio è tutto il potere. In seguito molti fraintesero questa concezione e la saggezza insita in essa fu oscurata. Quindi molti saggi combatterono contro l’idea di altri saggi. Tuttavia non lottarono con l’idea ma con il modo di concepirla.”
Contemplazione: “Frantuma i tuoi ideali sulla roccia della verità” (Vadan, Hazrat Inayat Khan)

Terzo punto: Pir-o-Murshid Hazrat Inayat Khan nella lettura dice: “In tutte le epoche i mistici hanno attribuito a Dio molti Nomi. Le scuole esoteriche Sufi hanno avuto i loro diversi nomi di Dio, con una loro qualità e un loro segreto; e li hanno utilizzati in diverse meditazioni nel cammino verso la realizzazione spirituale. Quindi i Sufi non hanno molte divinità ma molti Nomi di Dio, e ciascuno esprime un certo atteggiamento.”
Contemplazione: “l’aspirazione del mistico è avvicinarsi all’idea di unità, e scoprire dove ci uniamo”